III Domenica d’Avvento

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13 - Dic - 2019
Maria Donna dell'attesa

…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuoredall’orecchio alle mani

III Domenica d’Avvento

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

L’annuncio di gioia che le letture di questa domenica fanno, come se la salvezza di Dio fosse imminente, come se tutto quello che minaccia il mondo non fosse più pericoloso, è spiazzante. Vediamo intorno a noi i segni della violenza umana sui poveri e sulla natura. Disastri e guerre, divisioni, odio, cieca stupidità e sete sfrenata di guadagno sembrano i dominatori del mondo. E anche il nostro cuore, pure intenzionato a vivere rettamente e secondo Dio, spesso ci tradisce, scegliendo il male, l’ipocrisia, la paura. I nostri progetti non vanno tutti a buon fine né le nostre relazioni sono tutte riconciliate e gioiose.

Proprio qui, in questa terra arida (un deserto o una steppa, per dirla con il profeta Isaia), si dà un annuncio di gioia, perché nel deserto vedremo spuntare i fiori. Siamo di fronte ad un’illusione?
Ogni volta che si è davanti ad una promessa, dobbiamo decidere se veniamo ingannati o se possiamo appoggiare la nostra vita su quello che ci viene annunciato. Lo decidiamo in base ai pegni che anticipano questa promessa e all’affidabilità di chi la fa. Però, anche i pegni fossero validi e la persona degna di fiducia, dobbiamo aspettare perché spunti il fiore seminato, perché arrivi chi attendiamo e perché si compiano le promesse fatte. Bisogna avere la sapienza dell’agricoltore (così nella lettera di Giacomo) che sa aspettare il tempo che serve alla terra per dare i suoi frutti.
Questa saggezza, quando si tratta di attendere il regno di Dio, non è immediata. Persino il Battista fatica a riconoscere in Gesù il pegno anticipatore della promessa di Dio. Allora Gesù istruisce quello che era stato il suo maestro ricordandogli la Scrittura e chiedendogli di leggere ciò che accade alla luce di questa. Così dobbiamo fare noi: guardare la realtà comprendendola sulla base della parola che Dio dice. E Dio ci invita a guardare i ciechi che vedono (tutti coloro che riescono ad accorgersi che la vita non può essere vissuta se non nella giustizia e nell’amore), gli zoppi che camminano (quanti pur segnati da ferite e fallimenti non si fermano e vivono e fanno vivere), i lebbrosi che guariscono (quanti sono rimessi al mondo dalla cura e dal perdono), i sordi che odono (quelli che cominciano a fare propria la parola di Dio e a vivere di conseguenza), i morti risuscitano (quanti scelgono di accogliere l’amore del Padre per ricominciare a vivere dopo aver perduto tutto), l’annuncio del Vangelo fatto ai poveri, perché tutti sappiano che Dio è Amore che libera.
Queste tracce dell’opera di Dio sono ovunque e conducono ad una via santa, sulla quale si può vivere con gioia, cancellando la tristezza, anche mentre si è nella fatica dell’attesa e mentre si aspetta una salvezza che ancora non si può gustare.
Se una donna appena saputo di essere incinta volesse stringere il proprio bambino, impazzirebbe o interromperebbe la gravidanza. Ma il corpo femminile ha una sapienza antica, che lo fa aspettare, gustando la presenza invasiva di una promessa, acuendo i sensi per cercare continue conferme, accogliendo come un dono persino lo sformarsi del proprio corpo, perché tutto questo è la traccia della vita che lo abita. Così dobbiamo attraversare la storia, cercando l’opera di Dio che fa vivere e libera, servendola, moltiplicandola, eliminando ogni ostacolo alla sua azione, facendoci coraggio di fronte ad ogni segno della sua potenza vivificante. Per fare questo bisogna aver compreso la logica di Dio e averla fatta nostra, allora saremo già nel Regno dei cieli e potremo dire a tutti quelli che dubitano della salvezza (come accadde al più grande dei profeti): guarda bene, Dio rende giustizia agli oppressi e libera, ridona la vista e rialza chi è caduto, sostiene i poveri e protegge i forestieri. Guarda bene: il Signore regna per sempre. E gli altri, come è stato per il Battista, crederanno perché vedranno in noi, come lui ha visto in Gesù, questa speranza farsi storia nelle nostre vite.

 

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