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31 - Dic - 2021

Maria Santissima Madre di Dio

Madre di Dio - p.M.Rupnick

Maria Santissima Madre di Dio

Anno C

(Nm 6, 22-27   Sal 66   Gal 4,4-7   Lc 2,16-21)
Sabato 1 Gennaio 2022

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Per antica tradizione la Festa del Natale (come quella di Pasqua) dura per otto giorni: se ascoltiamo attentamente la preghiera eucaristica sentiremo che siamo radunati anche oggi nel giorno in cui Maria ha partorito al mondo il Salvatore. Il giorno di Natale arriva fino a questo ottavo giorno e così ci conduce direttamente nel nuovo anno. Come ogni nuovo inizio, ma in modo infinitamente più ricco, la nascita di Gesù è colma di promesse. Il Vangelo ci parla dei pastori che trovano il segno loro indicato e per questo lodano e glorificano Dio: proprio perché hanno trovato ciò che era stato detto loro. Dio, fedele e veritiero, ha concesso a loro, sempre lontani dai luoghi del sacro perché sempre a contatto con gli animali, di vedere la speranza di Israele. Chi sta intorno si stupisce di tutto ciò che accade.

Maria, da parte sua, custodisce ciò che accade meditandolo nel cuore. Ha un bambino piccolo da accudire, il primo, è lontana da casa: non ha tempo né forze, ma comunque custodisce e medita nel cuore ciò che accade intorno al bambino che le era stato promesso. Osserva anche lei il compiersi delle parole dell’angelo, imprime nella memoria gli avvenimenti e le sensazioni, medita alla luce della Parola di Dio, aspetta di comprendere e intanto si prende cura di ciò che le è affidato e che promette di essere il nuovo inizio per tutti. Maria non medita né custodisce tutto, medita e custodisce ciò che viene da Dio, ciò che riguarda le sue promesse, ciò che promette la vita. Non perde tempo e forze a rimuginare su ciò che non merita: il piccolo che continuamente le chiede cibo, calore, forze, non glielo permette. Benedetti i figli che ci insegnano a curarci solo della vita e di Dio senza darci tempo per altro!

E in questo bambino ogni nuovo inizio prende forma. In lui ci è dato di essere figli (i bellissimi versetti della lettera ai Galati), capaci cioè di rendere presente il Padre ovunque, somigliandogli e comportandoci come lui, in questo bambino ci è data la custodia e la benedizione che all’inizio di un nuovo anno ci allarga il cuore (libro dei Numeri). I giorni che ci stanno davanti non sono abbandonati al caos e alla solitudine, ma nemmeno sono magicamente ordinati perché vada tutto bene: i giorni che abbiamo davanti sono affidati al nostro amore e alla nostra intelligenza, dentro le vicissitudini spesso aspre e persino impossibili della storia, ma allo stesso tempo sono giorni in cui la pace di Dio sarà sempre possibile là dove torneremo a ciò che ci è stato mostrato in questo giorno e dove saremo capaci di custodire e meditare ciò che ci è stato donato. Allora, qualunque sia la situazione, la luce di lui splenderà sui nostri volti, così come sarà possibile, la terra conoscerà la via di Dio e tutte le genti la sua salvezza.

30 - Dic - 2020

Maria Santissima madre di Dio

Madre di Dio - p.M.Rupnick

Maria Santissima madre di Dio

(Nm 6, 22-27   Sal 66   Gal 4,4-7   Lc 2,16-21)
Venerdì 1  Gennaio 2021

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

I pastori andarono, videro il bambino, riferirono quanto gli angeli avevano detto su di lui. Tutti si stupiscono e Maria custodisce tutto nel cuore, meditandolo, come se ci fosse un segreto ulteriore da scoprire, qualcosa da riprendere più e più volte, con calma e in silenzio. I pastori se ne tornano, glorificando e lodando Dio per quello che hanno udito e visto, come era stato detto loro.

Scorrendo queste poche parole del Vangelo di Luca dobbiamo chiederci come stiamo di fronte a questo bambino. Siamo quelli che si stupiscono di quello che viene detto? O siamo Maria, consapevoli che non riusciamo a capire tutto, ma che questo mistero è decisivo per la nostra vita e merita di essere custodito? Oppure siamo i pastori che hanno visto proprio quello che era stato detto loro e ora tornano alla vita lodando Dio?
Potremmo cominciare con lo stupirci. Stupiamoci dell’amore di Dio, del suo immergersi nell’umano per fare di noi i suoi figli. Lo Spirito che ha abitato Gesù (leggiamo questo nei pochi versetti della lettera ai Galati) ci invade e così ci fa essere come lui: figli del Padre. Siamo, come lui, figli di Dio.
Lo stupore di fronte a questo dono ci condurrà al silenzio grato e meditabondo di Maria. Che Maria fosse silenziosa è uno stereotipo odioso che pervade la nostra tradizione, ma qui possiamo pensarla in quel silenzio di chi ha bisogno di assimilare qualcosa troppo grande, al punto da doverlo accantonare in fondo al cuore per poi ritirarlo fuori al momento opportuno. Magari questo anno che comincia potrebbe condurci per le vie della meditazione quotidiana della Parola di Dio e del suo mistero, in modo da meditare e custodire il dono ricevuto: così lo stupore non rimarrà la fugace emozione di un giorno, ma si tradurrà in gesti e pensieri nutriti da ciò che abbiamo saputo guardare e ascoltare.
E arriviamo ai pastori. Anche noi, come loro, abbiamo visto e udito. Che cosa ci era stato promesso? Un nuovo inizio, un dono che ci viene incontro e che – guardando bene – è già in mezzo a noi, offerto a ciascuno perché viva. Ora abbiamo occhi per vedere (o dovremmo averli), perché abbiamo celebrato la nascita di Cristo e abbiamo visto l’inizio della sua storia. Ora sappiamo che Dio ci ha rivolto il suo volto e ci ha benedetti (prima lettura) perché ha condiviso tutta la nostra vita e in questo modo ci ha indicato la via della salvezza. Custodia, amore benevolo e pace: ora sappiamo che Dio si volge a noi in questo modo. Lo abbiamo capito guardando questo bambino nel quale tutto l’amore di Dio e ogni possibilità di vita si fanno palpabili.
Dio ci volge il suo volto, un volto umano, un volto bambino, un volto mite e ordinario, un volto che possiamo guardare senza paura e che può diventare il nostro stesso volto se avremo l’amore necessario per seguire questo bambino. Dio ci volge il suo volto e ci benedice: lo fa sempre, anche in mezzo alle vicissitudini sfavorevoli della vita, in mezzo alle difficoltà e persino di fronte alla morte. Abbiamo visto nascere il bambino che ci mostra il volto di Dio: come i pastori ce ne torniamo alle nostre vite, al nostro anno (comunque sarà) benedicendo e lodando Dio.
29 - Dic - 2019

Maria madre di Dio

Madre di Dio

La tenerezza di Dio

…Lo Spirito Santo porta l’esperienza delle fede dalla mente al cuoredall’orecchio alle mani

Maria madre di Dio
Liturgia

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

La solennità di oggi conclude l’ottava di Natale (una sola lunga festa durata otto giorni), mette al centro la madre di Dio e allo stesso tempo guarda allo scorrere del tempo con l’inizio dell’anno nuovo.

La breve lettura tratta dalla lettera ai Galati (unico riferimento seppure indiretto a Maria di tutti gli scritti paolini) ci indica una cesura nel tempo, quando Dio mandò il suo figlio, nato da donna. In quel momento la storia è stata il luogo in cui si è compiuta la promessa delle benedizioni annunciate nel libro dei Numeri. Dio ci ha rivolto il suo volto non più limitandosi a custodire, benedire e ricoprire di benevolenza, ma ha mandato il proprio Figlio. La differenza si misura nel passaggio – sempre spiegato da Paolo – fra l’essere schiavi (in attesa della benevolenza misteriosa del proprio Signore) e figli (in intimità profonda con Dio, abitati dal suo stesso amore e guidati dalla sua logica).
La prima in questo cammino di figliolanza che introduce all’intimità con Dio è proprio la madre di Gesù. Ella ascolta dai pastori ciò che si dice del suo bambino. Le parole ricevute dall’angelo sembrano lontane, ne vengono altre e lei, come aveva fatto con le prime e come farà con quelle che seguiranno, le custodisce e le medita. Gli altri, i pastori, possono ritenersi soddisfatti di ciò che hanno visto e lodare Dio (anche Maria aveva fatto così, quando aveva visto in Elisabetta il segno che l’angelo aveva detto a lei di andare a vedere), ma la madre invece deve restare, custodire e meditare: c’è molto altro da vedere ancora.
Quante parole e quanti gesti ogni genitore custodisce del proprio bambino: le prime parole, quello che gli altri hanno detto, il modo di dormire e di piangere, i capricci, gli episodi che diventano leggendari in ogni famiglia quando i figli ci stupiscono o ci rallegrano improvvisamente. Siamo come di fronte ad un miracolo continuo: una vita nuova che si apre davanti ai nostri occhi, senza veli, eppure in un mistero indisponibile. Sono i nostri figli, sappiamo tutto di loro, eppure ciò che essi sono ci sfugge e ci supera.
Maria vive questa esperienza in modo estremo, perché in questo bambino si nasconde il segreto di Dio, il volto del Padre, il soffio leggero dello Spirito. Lei ascolta le parole che vengono dette su di lui, forse per comprendere, forse per essere all’altezza di quello che le viene chiesto, forse per dire a Gesù queste parole mentre cresce, con quella leggerezza che appartiene al quotidiano nel quale le madri sanno insegnare le verità più profonde dell’esistenza, mentre si sistema una stanza, mentre si fa una passeggiata, mentre si lavano i piedi o si accarezza la testa prima di dormire. Parole custodite, meditate e offerte al Signore che cresce: l’umanità di Gesù si nutre di ciò che Maria medita e custodisce nel cuore e poi, un giorno, lei si nutrirà, come discepola, di ciò che il cuore di Gesù offrirà al mondo.
Si tratta di un tempo benedetto il nostro, un anno nuovo per meditare e custodire le parole che Dio ci offre, per saper poi riconoscere, come Maria, il Maestro capace di insegnarci la vita dei figli e di introdurci, già ora, anche quando sembra impossibile per le contingenze a volte impietose, nella pienezza della vita.