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11 - Mar - 2022

II Domenica di Quaresima anno C

Quaresima

II Domenica di Quaresima

Anno C

(Gen 15,5-12.17-18   Sal 26   Fil 3,17- 4,1   Lc 9,28-36)
Domenica 13 Marzo 2022

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Indubbiamente il contrasto fra la scena che il Vangelo ci presenta questa domenica e quella che ci presentava domenica scorsa è fortissimo. Nella prima domenica di quaresima Gesù era solo, nel deserto, tentato dal diavolo che gli parlava minacciando la sua stessa identità. In questa seconda domenica invece Gesù ha con sé i suoi ed incontra Mosè ed Elia. Infine, non viene tentato ma glorificato e le parole che si sentono forti e chiare sono quelle del Padre, che lo dichiara figlio ed eletto.

La quaresima comincia dalla cenere e dal deserto, ma punta alla Pasqua, alla gloria e alla vita: dobbiamo sapere dove va il cammino. E dobbiamo saperlo fin da subito. I deserti della storia e della vita sono molti, per questo dobbiamo sapere quale è la meta e, sapendolo, imparare a distinguere le voci che sentiamo, per dare credito solo a quella di Dio che ci promette sempre il perdono e la vita, riconoscendoci come figli e figlie. La vita che trionfa su ogni morte è la promessa in cui Dio si impegna senza chiederci altro che rimanere saldi in essa (così nella lettera ai Filippesi che leggiamo nella seconda lettura), confidando nella sua fedeltà.

Nella prima lettura, perché questo ci sia più chiaro, ci viene raccontata l’alleanza con Abramo. Si tratta di un patto fra due alleati; si squartavano gli animali e si passava in mezzo ad essi per impegnare tutta la propria vita, come se si volesse dire: avvenga a me quanto è avvenuto a questi animali, se non rispetto il patto. I due contraenti passavano in mezzo ai cadaveri e così vedevano bene quale maledizione si sarebbero attirati addosso con un’eventuale inadempienza. In quella notte però, mentre Abramo lotta con il sonno, proprio faranno i discepoli sul monte della trasfigurazione (molto spesso nella Scrittura quando Dio fa qualcosa di particolarmente importante addormenta gli esseri umani), solo Dio passa in mezzo agli animali squartati. Non pretende da noi un impegno che non potremmo mantenere, ci chiede invece di consegnarci alla sua promessa e custodire responsabilmente il dono che ci fa.

In questo modo saremo certi (col bellissimo salmo di questa domenica) di contemplare la bontà del Signore là dove tutto vive, nella terra dei viventi, nei cieli (perché nei cieli è la nostra cittadinanza ci ricorda la lettera ai Filippesi), e potremo sperare, essere forti, rinsaldare il nostro cuore anche quando sembrasse sul punto di cedere, perché ci è stato promesso che tutto ciò che siamo (il nostro misero corpo con tutto ciò che ha vissuto, fatto e subito) verrà trasfigurato. Tutto sarà riempito di Dio e così ogni parte di noi, anche quella che fosse stata straziata (come straziato sarà il corpo di Gesù), risplenderà di una bellezza che solo Dio può dare, di una luce che nessun male può spegnere. Questa bellezza che i discepoli videro per un attimo senza comprendere ci attende alla fine del cammino. Meglio saperlo da subito, mentre i passi sono ancora appesantiti dalla polvere del deserto.

26 - Feb - 2021

II Domenica di Quaresima (B)

Quaresima

II Domenica di Quaresima (B)

(Gen 22,1-2.9.10-13.15-18   Sal 115   Rm 8,31-34   Mc 9,2-10)
Domenica 28 Febbraio 2021

Commento di Simona Segoloni Ruta – Teologa

Nell’episodio della trasfigurazione, protagonista ogni anno di questa seconda domenica di quaresima, Gesù (che domenica scorsa ci appariva fragile nel deserto, affamato e tentato, alla ricerca del discernimento che doveva portarlo alla sua missione) mostra la sua identità: l’origine divina (cambia il suo aspetto e ha queste vesti bianchissime), il suo essere immerso nella storia della salvezza (dialoga con Mosè e con Elia), l’amore del Padre per lui dichiarato dalla voce che ordina di ascoltarlo, cioè di porre attenzione a quanto Gesù stava dicendo sulla propria morte e resurrezione.

Tutto questo accade su un monte. Come Elia aveva avuto un momento di rivelazione importante sul monte, come Mosè era salito sul monte per vedere Dio, come Abramo sale sul monte pensando di dover uccidere il proprio figlio e si trova ad ascoltare Dio, così Gesù sale sul monte con alcuni dei discepoli – forse quelli che avevano più difficoltà a comprenderlo – e mostra loro chi è. Nel vedere chi è Gesù però si svela anche chi sia il Padre, infatti se Abramo aveva pensato che Dio potesse volere che lui uccidesse il proprio figlio, qui è evidente che Dio è colui che non vuole la morte dei suoi fedeli e che, al contrario, è pronto a donare il proprio figlio, ma solo e sempre per dare vita: Gesù verrà ucciso ma Dio lo risusciterà.
Abramo impara sul monte a comprendere che Dio (diversamente dagli dei che lui conosceva) non vuole la morte e i sacrifici, vuole invece la vita (lo leggiamo nella prima lettura: non stendere la mano sul ragazzo e non fargli alcun male), ora Gesù ci fa vedere che, anche quando gli uomini scegliessero la morte, come è accaduto proprio con Gesù (che è stato ucciso dagli uomini e per volere di uomini), Dio è capace sempre di dare vita: Gesù viene risuscitato.
D’altra parte, come anche dimostra la perplessità dei discepoli,
noi, come Abramo comprendiamo meglio la morte, magari ci domandiamo che cosa significhi risorgere dai morti ma sappiamo bene cosa significa morire. Sul monte invece (in questo tempo quaresimale) possiamo scoprire la vita, ciò che è sempre presente ma si mostra solo se si sa guardare, ciò che le Scritture ci raccontano e ciò che, bellissimo, risplende sul volto di Cristo prendendo carne nella sua vita che ci rende evidente l’amore del Padre.
Persino la sua morte (come ci dice Paolo in questi pochi versetti della lettera ai Romani), che rimane ingiusta e un orrore compiuto dagli uomini, immersa nell’amore del Padre, diventa altro, diventa un dono d’amore così immenso che possiamo davvero sperare ogni cosa. Veniamo messi di fronte a un evento così straordinario da non riuscire nemmeno a crederci o dal balbettare cose fuori luogo, come Pietro, ma allo stesso tempo comprendiamo che è qualcosa di reale come lo è il cammino di Gesù che ha scelto di amare fino in fondo, anche dentro l’orrore e l’ingiustizia, purché noi potessimo vedere l’amore che ci è rivolto, perché ciascuno e ciascuna si scoprisse figlio prediletto e offrisse l’unico sacrificio che Dio cerca: quello della lode e dell’amore.